35 alunni, 35 modi diversi di vivere il master: eccone uno

Abbiamo chiesto ad Alice Bovino, alunna di AFORISMA che ha scelto la specialistica in Amministrazione, Finanza e Controllo di raccontarci una giornata da noi.

Ecco la sua versione e… buona lettura!

 

Ore 7.00

La sveglia suona. Il suo solito suono deciso è pronto a ricordarmi che una nuova giornata inizia e la Scuola di Aforisma mi accoglierà nelle sue braccia attente ma familiari. Ma quella mattina la sveglia non suona. Le regole sono chiare: puntualità e professionalità le parole chiave di quella giornata. È tardi, troppo tardi. Arrivo, supero il cancello. Mi accoglir il solito profumo del prato sempre curato ma troppo delicato da potersi sedere su, il campanile sempre illuminato da quel raggio di sole mattutino che incrocia la vetta con un gioco di luci. Correre! Èquesto l’imperativo. Primo piano. Corro in auditorium. Porta chiusa. Con coraggio busso ed entro. Colpita come un faro dagli occhi dei miei colleghi, tanto abbaglianti quanto complici. Cerco di non incrociare lo sguardo di nessuno ma di scrutare il mio cavaliere che ogni giorno ci ricorda i nostri nomi, che si muove avanti e dietro, quasi come in una danza, tra un banco e l’altro per permettermi di conoscere tutti, proprio tutti i miei compagni di viaggio.

Eccolo, l’indice del mio compagno di banco me lo indica e corro a sedermi. La giacca e la cravatta dei nostri docenti mi fanno tornare alla mente le parole chiave della giornata che ormai riecheggiano nella mia testa. Dalla luce, il proiettore costruisce quasi come puzzle parole che fino ad ora ho letto solo sui giornali, loghi che ho visto solo su prodotti, aziende che ho conosciuto solo su internet. E oggi sono lì, davanti a me. Il responsabile Risorse Umane con professionalità ed entusiasmo stila una descrizione chiara e puntuale dell’azienda, catturando l’attenzione di 35 sguardi affamati di sapere e con un unico comune obiettivo in testa da raggiungere.

Play.

Davanti a noi il video dell’evoluzione che negli anni l’azienda ha vissuto, i successi raggiunti, le sconfitte e le concrete riprese che con fatica ma tanto orgoglio sono state realizzate. NUMERI. Così grandi da farci sembrare troppo piccoli. PROGETTI. Tanto ambiziosi quanto raggiungibili. Ecco il nostro momento. Ora siamo noi i protagonisti. Un foglio bianco per ciascuno e la possibilità di scegliere tra le tante domande e curiosità che in quel momento si fanno spazio nella nostra testa, solo una, quella che avrebbe lasciato il segno.

Alzo lo sguardo e nel silenzio ascolto il fruscio delle matite, uguali per tutti, che cercano di star dietro ai pensieri di ogni giovane mente. Vedo le guance dei miei colleghi arrossire ad ogni domanda posta, la paura di sbagliare ma di apparire decisi. La voglia di mettersi in gioco e crederci. Con una stretta di mano, finisce così la prima parte della giornata, certa della passione che quella gente mette in tutto quello che fa, certa che quel confronto contribuirà alla mia crescita.

Anche il pomeriggio ci vede protagonisti di un lavoro di gruppo. Divisi in squadre, quasi come in una competizione, ma sempre pronti a colmare i dubbi l’un l’altro e ad aiutarci per raggiungere lo stesso traguardo. Solo tre strumenti: una matita, un foglio e un righello. Utili a costruire, linee essenziali e precise, riquadri descrittivi e funzionali, tutti pronti a creare nel loro insieme un unico disegno chiamato organigramma, valutato successivamente dal docente in maniera chiara.

Nessuna distrazione, solo tanto entusiasmo e voglia di vincere. Convinti che ogni giornata ci metterà di fronte sempre a nuove sfide. Convinti che in quella Scuola non si vive mai lo stesso giorno due volte ma è sempre possibile cambiare qualcosa. Mi lascio il campanile alle spalle, pensando alle prossime sfide. Sfide forse difficili ma accattivanti.

Sfide tortuose ma raggiungibili.